mercoledì, novembre 18, 2009

Changing life

(Orcadi - foto by Somis)

A volte si scrive perchè "si deve". Altre perchè gli ultimi post sono ormai così vecchi... altre ancora perchè qualcuno ti dice: "E' da tanto che non scrivi sul blog!", o perchè ti succede qualcosa che pensi sia meritevole di essere riportato sul blog.
Altre volte, invece, perchè pensi che metterli nero su bianco possa aiutarti a dare un ordine a tutti i pensieri che ti affollano la mente, a regalarti un momento in cui scollegarti dal mondo e pensare a te stesso, a trovare un collegamento tra cose che, pur molto diverse tra loro, fanno comunque parte della tua vita. Scriverle, metterle una in fila all'altra, è in un certo senso rassicurante: ti fa illudere che esse stiano ferme e che tu possa governarle, controllarle, e che non possano cambiare.
Questa, forse, è una di quelle occasioni. Una di quelle in cui ti metti a scrivere e non sai nemmeno perchè lo fai: metti su un po' di musica (magari natalizia, visto il periodo), apri il blog, e inizi...
Ti fermi un attimo e pensi ai mesi che stai vivendo. Mesi che solo l'anno scorso, quando tutte le mattine alle 7.24 avevo appuntamento con la 62 e alle 8 con la campanella, con verifiche e interrogazioni, aspettavo con impazienza, e che pure non sapevo come immaginarmi. O, anzi, forse sì: me li aspettavo come chi lavora aspetta le vacanze, con tanto tempo da dedicare a tante cose.
Adesso che questo momento lo vivo davvero, e non solo nella mia immaginazione, posso dire che sì, ho molto più tempo rispetto a prima per fare quello che voglio. Eppure mi ritrovo, talvolta, a rimpiangere la 62 delle 7.24 e la campanella delle 8. A rimpiangere quelle certezze, quei paletti, quegli obblighi che in qualche modo segnavano la strada, e dai quali non si poteva sfuggire. La libertà di gestirsi è qualcosa di molto importante, ma richiede una responsabilità molto più grande.
Ma c'è dell'altro. Oltre ai cambi di abitudine, ai cambi nel modo di organizzare la giornata, di concepire lo studio, di considerare amicizie e relazioni. C'è un cambiamento nel modo di vedermi. C'è che adesso mi sento davvero grande. O, forse, solo un po' più grande. Ma stavolta - dopo diciottesimi, timidi inizi di lavoro, passaggi dall'altra parte della barricata e maturità - mi sembra (fino a nuovo ordine) di avere fatto il salto decisivo. Perchè non è più un singolo fatto, ma tutto un insieme di cose, insieme allo sguardo che in questo periodo posso dare alla mia vita, a farmi dire che son cresciuto.
Oltre a quella sensazione di distacco, di "superamento", nei confronti di quei mondi che fino a poco tempo fa erano la mia vita, per cui mi arrabbiavo e mi preoccupavo, e che adesso fanno solo (come se fosse poco!) parte del mio passato.
In tutto ciò il Natale si avvicina, e forse questo misto di nostalgia e attenzione al futuro è dovuto anche a questo.

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mercoledì, settembre 02, 2009

Estate agli sgoccioli

Con la fine di agosto e l'inizio di settembre è ufficiosamente finita l'estate. Anche se il calendario ricorda che abbiamo ancora una ventina di giorni "estivi", è arrivato l'inizio di un nuovo anno scolastico/universitario/lavorativo.
Questo settembre si porta via un'estate che è stata sicuramente densa, frizzante e entusiasmante. Del resto, quale estate non lo è? Ogni anno per motivi diversi (luoghi, esperienze, persone, crescita personale) mi ritrovo a dire che è stata un'estate importante, ma forse questa volta ancora di più.
Da quest'estate infatti sono maturato (nel senso scolastico :D), e ho finalmente chiuso quel grande capitolo chiamato "liceo". Certo, mi mancheranno il suono della campanella delle 8, gli intervalli a fare la coda alle macchinette, i compiti e le interrogazioni (questi forse un po' meno :D), ma guardando al futuro sono contento di approdare a qualcosa di nuovo.
Quello che quest'estate mi ha soprattutto regalato, infatti, è uno sguardo attento, curioso e "attivo" al futuro. Oltre ad apprezzare nuovamente la bellezza di avere del tempo libero, dopo un anno molto impegnativo sotto molti punti di vista (e - ovviamente - particolarmente sotto quello scolastico), la prospettiva di avere la possibilità di gestire maggiormente il mio tempo mi ha fatto fare parecchi programmi per il prossimo futuro.
In tanti momenti, in route piuttosto che a zonzo per le orcadi o ammollo nelle acque pugliesi, mi sono ritrovato a pensare ai mesi a venire - mesi vicini ma pur sempre percepiti come lontani fino all'ultimo giorno di vacanza. Mesi in cui voglio fare quello che per troppo tempo ho rimandato, ma anche mettere a frutto quello che ho imparato in questi anni e, anche, dalle esperienze vissute quest'estate.
La sfida che rivolgo a me stesso, ora, è di saper sfruttare al meglio quest'ondata di entusiasmo e di energia che viene dalle vacanze, e di saper trasformare in realtà i progetti che ho in mente. Ce la farà il nostro eroe?

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domenica, agosto 16, 2009

Rousay e Scapa Flow

Aberdeen Airport (Scozia) & Heathrow Airport (Inghilterra), sabato 15 agosto 2009, ore 15.50

Come i miei venticinque lettori capiranno agevolmente dall’intestazione di questo post, non mi trovo più alle Orcadi. Oggi infatti per me è arrivato il momento di tornare a Milano (una Milano che – mi dicono – sarà piuttosto calda, a differenza degli 11 gradi che abbiamo toccato ieri). Approfittando dei due scali che mi separano da Malpensa, però, volevo raccontarvi degli ultimi due giorni alle Orcadi.
Giovedì, su suggerimento della nostra padrona di casa, Sally, siamo andati sull’isola di Rousay, una delle isole Orcadi non collegate dalle barriere, ma raggiungibili solo via mare. Purtroppo il traghetto, piuttosto piccolo (6 macchine; ma in passato ne abbiamo visti di più piccoli, che ne portavano solo due), era disponibile solo con degli orari che ci hanno permesso di restare sull’isola solo 4 ore. Abbiamo così fatto il giro dell’isola (sull’unica strada che la percorre) passando da tutti i punti panoramici o archeologicamente importanti. Il bel tempo ci ha aiutati, e ci ha permesso di vedere degli scorci magnifici sul mare.
L’isola, come ci aveva detto Sally, è molto tranquilla, e questo permette spesso di osservare le foche. E, infatti, siamo riusciti a vederne qualcuna, ma soprattutto a goderci per qualche ora il silenzio di questo luogo.
Ieri invece il tempo non è stato così clemente, e la giornata è stata piovosa e fredda. Abbiamo quindi fatto un giro in macchina sullo Scapa Flow, una delle baie più belle delle Orcadi. Siamo riusciti anche a camminare su una delle grandi spiagge create dalla bassa marea, approfittando di un momento in cui non pioveva. Poi pausa tecnica (leggi: pranzo) a casa e giro nella parte meridionale delle isole, tra St Margarets Hope (dove, dopo essere sbarcati, non eravamo più arrivati) e altri paesini intorno.
…e quindi… la mia avventura alle Orcadi è finita (anzi, sta finendo adesso che mi sto per imbarcare per Malpensa). Spero che ai miei venticinque lettori sia piaciuto seguire le nostre avventure da queste pagine, alla prossima!

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A spasso per le Orcadi

Burray (isole Orcadi), Scozia, mercoledì 12 agosto 2009, ore 22.09

Ed eccomi qui a raccontarvi quello che abbiamo visto in questi primi due giorni sulle Orcadi!
In generale, queste isole offrono paesaggi spettacolari dal punto di vista naturale e luoghi interessanti per la loro storia: sono infatti molti i resti lasciati da uomini preistorici che abitavano qui.
Per il momento ci siamo concentrati sui posti che offrono l’isola principale (Mainland, che ospita il paese più grosso, Kirkwall) e quelle che sono ad essa collegate attraverso le Barriere di Churchill. Si tratta di ammassi di blocchi di cemento voluti dal primo ministro inglese durante la seconda guerra mondiale per impedire ai sottomarini tedeschi di entrare nelle baie ad affondare le navi della flotta britannica. Sopra i blocchi sono state costruite delle strade, e così le barriere mettono in collegamento tra loro alcune delle Orcadi. Domani, tempo permettendo, andremo invece a Rousay, una delle isole che sono rimaste scollegate e raggiungibili solo via mare.
Ieri abbiamo visto per prima cosa la cappella italiana che si trova sull’isola di Lamb Holm. Durante la seconda guerra mondiale quest’isola ha ospitato un campo di prigionia, nel quale si trovavano molti italiani catturati in Africa. La necessità di avere un luogo di preghiera li spinse a chiedere al comandante del campo di poter costruire una cappella. E così, unendo due baracche e decorandola, nacque per opera di un gruppo di italiani quella che ora vediamo. Quindici anni dopo la sua realizzazione, quando la guerra era ormai finita, l’italiano che aveva progettato e realizzato la cappella è tornato a restaurarla, lasciandola definitivamente alle cure degli abitanti dell’isola. Fa strano, comunque, vedere da queste parti sventolare una bandiera italiana.
Sempre ieri siamo stati anche a Kirkwall, la cittadina principale delle Orcadi. Non è una metropoli ma, quando appare dopo un interminabile susseguirsi di campi e di pascoli fa il suo effetto, specialmente perché le case del centro sono tutte molto simili e molto scure.
Dopo aver lasciato Kirkwall abbiamo visitato luoghi importanti per le tracce della loro storia antica che ancora mostrano, ma non meno importanti per i paesaggi e i giochi di colori che offrono. Ring of Brodgar ricorda Stonehenge: una serie di pietre disposte a cerchio. L’insieme di questi blocchi di pietra verticali con le distese di erica e i pascoli popolati da mucche e pecore sono veramente spettacolari. Interessante anche Skara Brae, museo a cielo aperto che dopo un breve sentiero che ripercorre all’indietro le tappe dell’evoluzione umana mostra i resti di un villaggio dell’età della pietra, con tutte le interpretazioni e gli studi che ne sono stati fatti.
Infine abbiamo visto Yesnaby, bello scorcio sulle scogliere e sul mare. Peccato solo per la pioggia che ci ha accompagnato per tutto il pomeriggio ed è continuata anche tutta sera, impedendoci di godere dello stupendo panorama che abbiamo fuori dalla finestra della nostra casa.
Oggi invece giro tra i luoghi panoramici tra l’isola di Deerness e la parte del Mainland che non siamo riusciti a vedere ieri. Prima quindi una passeggiata a Mull Head e The Gloop, poi Brough of Birsay, Marwick Head e la Bay of Skaill. Tutti luoghi interessanti, che nel pomeriggio non siamo però riusciti a goderci appieno per colpa del brutto tempo che, per fortuna, non è però continuato in serata. E così, nonostante le nuvole, ci siamo potuti godere un bel tramonto sul mare.
Domani, come detto, isola di Rousay, che la nostra padrona di casa ci ha descritto come molto tranquilla e luogo in cui è possibile vedere foche e i puffin, gli uccelli tipici delle Orcadi che purtroppo non siamo ancora riusciti a vedere. Stiano tranquilli i miei venticinque lettori che farò loro sapere cosa avremo visto!

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mercoledì, agosto 12, 2009

Post veloce

Oggi post veloce, che mi sta per scadere la connessione, tra l'altro leeeeenta leeeeenta.
Le Orcadi sono veramente belle, ci sono paesaggi e colori spettacolari. Prossiamente vi racconterò nel dettaglio quello che abbiamo visto.
Purtroppo in questi giorni il tempo non è dei migliori, con nuvole, pioggia e vento. Ma, nel limite del possibile, non ci si può far fermare dal tempo.
Oggi ho visto anche l'aeroporto di Kirkwall, da dove partirò sabato per tornare a Milano. Credo basti dire che non ci eravamo nemmeno accorti che fosse l'aeroporto. E' piccolo, gli aerei che vi transitano sono solo quelli a elica... ovviamente vi racconterò anche del viaggio via Aberdeen e Londra Heathrow!
Alla prossima!

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martedì, agosto 11, 2009

Orcadi!

Burray (isole Orcadi), Scozia, lunedì 10 agosto 2009, ore 23.00

…e finalmente: eccoci alle Orcadi!
Ebbene sì, cari i miei venticinque lettori, dopo le tante tappe di avvicinamento finalmente posso scrivervi dalle Orcadi.
Ma siamo rimasti indietro di un giorno, quindi rapido aggiornamento. Ieri mattina, dopo il caloroso saluto della Susi, la nostra padrona di casa appassionata dell’Italia, abbiamo lasciato l’Inghilterra e, procedendo sempre più verso nord, siamo arrivati in Scozia e a Inverness.
In questa cittadina eravamo già stati cinque anni fa (allora non c’erano ancora queste pagine a ospitare il diario di bordo), nel nostro precedente viaggio in Scozia. Allora, dopo giorni e giorni vissuti in un paesino sperduto in fondo ad una single track road (le caratteristiche strade ad una sola corsia, con qua e là degli slarghi per permettere il passaggio delle macchine che si incrociano nei due sensi di marcia), Inverness ci era sembrata una metropoli, e ci eravamo tuffati in un centro commerciale per “riprendere contatti con la civiltà”. Ora quest’esigenza non c’era più, e forse anche perché vista di sera (il nostro B&B era qualche chilometro fuori da Inverness, dove siamo andati solo per cenare) ci è apparsa nelle sue dimensioni reali: una cittadina, non una metropoli. Cena comunque interessante in un pub, nonostante la pioggia che ci ha accompagnati per tutta sera.
Un capitolo a parte andrebbe aperto sui padroni del B&B che ci ha ospitato. Casa in un gruppo di abitazioni piuttosto sperduto, con giardino curato ma abbastanza pacchiano, noi avevamo a disposizione il piano superiore/mansarda. La padrona, una simpatica nonnetta dalla parlata davvero stretta e spesso incomprensibile che stamattina abbiamo scoperto originaria delle Orcadi, ha dato del suo meglio quando ieri sera abbiamo suonato per entrare dopo cena. È venuta ad aprirci a piedi nudi (e non è che facesse molto caldo) con indosso un accappatoio che sembrava confezionato scuoiando un orso polare.
Stamattina invece abbiamo lasciato Inverness per dirigerci ancora più su, fino a Wick e poi Jill’s Bay, da dove ci siamo imbarcati per le Ocadi su un traghett(in)o che portava più italiani di un tram milanese, o quasi. Prima di lasciare la terraferma (se così si può chiamare quella che rimane pur sempre una grande isola), abbiamo approfittato del tempo che ci restava per vedere le scogliere nei dintorni.
Adesso siamo a Burray. Fino a sabato avremo a disposizione un appartamento enorme (all’inizio c’era da perdersi). I proprietari sono veramente due persone squisite. Sally, la padrona, è stata veramente gentile e disponibile nell’accoglierci. Mi ha spiegato tutto in un inglese comprensibilissimo ma, consapevole che non potevo ricordarmi come si usa tutto ciò che c’è in casa, mi ha ripetuto più volte di non esitare a chiedere loro aiuto. Si è preoccupata di farci trovare il riscaldamento acceso, sapendo che se fossimo arrivati direttamente dall’Italia avremmo sofferto ancora di più il freddo. E in casa, oltre al pacco di benvenuto con prodotti tipici dell’isola, tante piccole attenzioni per farci sentire a nostro agio.
E da domani… inizia l’esplorazione delle Orcadi!

N. d. S. mi scusino i miei venticinque lettori per la latitanza degli ultimi giorni, ma non ho avuto la possibilità di collegarmi ad internet. Adesso invece mi trovo con il mio simobook nella reading room di un albergo che ha il wireless e ho postato gli aggiornamenti che mi mancavano!

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Fountains Abbey

Ripon, Inghilterra, sabato 8 agosto 2009, ore 22.19

Oggi, dopo tre giorni di viaggio, siamo rimasti pressoché fermi.
Abbiamo infatti visitato Fountains Abbey, i ruderi di un’abbazia trecentesca che si trovano a qualche chilometro da qui.
Dell’abbazia non è rimasto molto, perché da secoli è ormai abbandonata, ma quello che il National Trust (l’omologo del Fai italiano) ha fatto è stato di sistemarne il giardino. Così è possibile passeggiare lungo il corso d’acqua che confluisce nel lago che si trova accanto all’abbazia, nei vasti terreni che una volta appartenevano ai monaci e ne permettevano il sostentamento. Tutto quello che nell’abbazia veniva consumato, infatti, proveniva dai campi coltivati dai fratelli laici.
Nel territorio dell’abbazia c’è anche un mulino, che serviva a macinare la farina per i monaci. Successivamente il mulino è stato adibito a segheria e anche a caseificio, e durante una delle due guerre mondiali è stato utilizzato come rifugio per gli sfollati.
Quello che è sempre interessante notare nei siti gestiti dal National Trust è la presenza di volontari all’interno dello staff. Spesso si tratta di persone anziane, che probabilmente una volta in pensione hanno deciso di dedicare parte del loro tempo alla conservazione dei beni del loro paese. È anche grazie a loro che questi luoghi sono visitabili.
Nel pomeriggio siamo invece stati in due paesi qui vicino: Pateley Bridge e Ripley.
La vitalità di questi paesi del Yorkshire (la regione in cui ci troviamo adesso) mi ha stupito, abituato in altre parti della Gran Bretagna a trovare meno movimento.
Stasera cena allo stesso ristorante di ieri e poi nella piazza di Ripon ad assistere al suono del corno: ogni sera, alle 21 in punto, il suonatore di corno (una carica che da quel che ho capito è molto importante qui) con i suoi quattro fischi (nelle quattro direzioni) permette a tutti di sincronizzare gli orologi.
Da qui direi che è tutto, domani sarà un altro giorno di viaggio che ci porterà in Scozia. Ci fermeremo infatti vicino alla città di Inverness.

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Ripon

Ripon, Inghilterra, venerdì 7 agosto 2009, ore 22.52

Ed eccomi di nuovo a scrivervi raccontandovi del nostro viaggio!
La giornata di oggi ci ha portato da Canterbury a Ripon, cittadina a metà dell’Inghilterra nella quale ci fermeremo fino a domenica.
Stamattina abbiamo passato anche il fatidico ring di Londra, la tangenziale (molto più esterna di quella milanese però, tanto che è circondata da campi), dove siamo rimasti imbottigliati in un ingorgo per più di due ore. In realtà le code e gli intasamenti ci hanno accompagnati per tutto il giorno, forse complice il venerdì di inizio vacanze o semplicemente il sovraffollamento delle strade.
Pensate che abbiamo trovato coda anche per entrare nell’area di servizio per andare in bagno dopo il primo maxi ingorgo. Anche perché qui le aree di servizio non si trovano in autostrada, ma all’esterno, quindi il traffico di chi esce si unisce a quello di chi si vuole fermare. Area di servizio enorme, che sembrava la succursale di un centro commerciale ed era piena di fast food. Inutile dire che era affollatissima, ma per fortuna c’erano tanti bagni e almeno lì non abbiamo trovato coda.
Finalmente siamo arrivati a Ripon da Mrs Susi, un’adorabile signora inglese che ci ha accolti tutta contenta di avere degli italiani come ospiti. Infatti è stata più volte nel nostro paese, se non abbiamo capito male ci ha anche vissuto per del tempo e infatti sa un po’ di italiano. Ci viene il dubbio che oltre alla sana allegria ci siano gli effetti di qualche bicchiere di troppo quando mentre portiamo dentro i bagagli ride tra sé dalla contentezza: “Oh… italians! Italians!”.
Cena buona in un ristorante con cucina spagnola, camerieri gentilissimi e anche lì qualche parola di italiano è scappata, complice il nonno italiano (di Salerno) di una delle cameriere, nata però in Colombia.
Domani visiteremo con calma Ripon e i luoghi d’interesse qui intorno… alla prossima!

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giovedì, agosto 06, 2009

Da Milano a Canterbury

Waltham, Inghilterra, giovedì 6 agosto 2009, ore 22.40

Buonasera, cari i miei venticinque lettori che non vedevate l'ora di ritrovare il diario di bordo su queste pagine :D
Breve aggiornamento sui nostri spostamenti: siamo partiti ieri mattina (mooolto presto) da Milano e dopo aver attraversato un'insolita Svizzera soleggiata (la maggio parte delle volte che ci siamo passati negli anni scorsi pioveva...) ci siamo fermati in un paesino sperduto della Francia centrale.
Molto bello, nell'ultimo tratto, uscire dall'autostrada e attraversare la campagna lungo strade meno grandi che ci hanno permesso di assaporare i fantastici colori dei campi e dei covoni di fieno.
Oggi invece altro attraversamento della campagna francese fino al traghetto che ci ha portato dall'altra parte della Manica.
E, strano ma vero, c'era il sole e siamo riusciti a vedere le famose bianche scogliere di Dover!
Stanotte dormiamo sperduti nella campagna poco lontano da Canterbury, la cittadina famosa meta di pellegrinaggio durante il medioevo (ricordate le Canterbury Tales?). Ecco la sua cattedrale:

A Canterbury abbiamo cenato e fatto una piacevole passeggiata serale. Cittadina interessante, che mi ha piacevolmente sorpreso per la sua "vitalità", che non eravamo abituati a vedere nei piccoli paesi in cui siamo stati da queste parti negli anni scorsi, dove dopo le 21 non c'era più anima viva in giro.
Di divertente e curioso posso raccontarvi che per pagare 1,5 sterline per il parcheggio alla macchinetta abbiamo usato la carta di credito, perchè non avevamo monetine da inserire. Probabilmente l'acquisto più piccolo effettuato con carta di credito!
...per stasera è tutto, alla prossima!!!

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martedì, agosto 04, 2009

Da Bose alle Orcadi, passando per lo shopping agostano a Milano

...e rieccomi qui!
Finalmente riesco a tirare il fiato e a tornare a postare!
In queste settimane infatti mi sono reso conto che era solo un'illusione quella che mi faceva immaginare di avere tanterrimo tempo libero dopo la maturità. La verità è che non mi sono fermato un attimo, e forse ho fatto più cose di quando stavo preparando l'esame.
Ma sono state settimane molto belle, in cui ho potuto dedicarmi a tutto ciò che per un anno avevo rimandato per lasciare spazio allo studio.
È stato bello ospitare a Milano i ragazzi di Gerico, portarli a spasso per Milano e sfruttare l'occasione per salire in cima al Duomo dopo anni che non mi capitava, invitarli a cena, tentare di capirsi con un misto di inglese-italiano-arabo.
È stato bello trasformarsi per qualche giorno in Rama il cambusiere per il branco di un altro gruppo scout: un'esperienza che mi ha dato molto, diversa da quella dell'anno scorso e forse ancora più entusiasmante per il bel rapporto che sono riuscito a creare con i bimbi e con una staff che non conoscevo prima e nella quale mi sono inserito in corsa.
È stato bello farmi trasportare da questa esperienza e dalle emozioni che mi ha regalato per farmi decidere come spenderò parte del mio tempo dell'anno prossimo, questo anno così strano, nuovo, scintillante e colorato che mi aspetta, che io conto di trovare così diverso da quelli precedenti ma che forse alla fin fine non sarà poi niente di completamente diverso - ma chi vivrà vedrà, who knows, è prematuro pensarci troppo adesso.
È stato bello vivere una route per la quale, a causa di impegni precedenti, non mi ero preparato più di tanto, e trarre tutto ciò che di positivo, di nuovo, di interessante poteva offrirmi.
È stato bello trovarsi, finalmente durante questa route dopo due anni in un clan vero e proprio, con un numero adeguato e un "clima da clan" che si è mostrato in quello che abbiamo vissuto insieme.
È stata bella, soprattutto, la leggerezza, la spensieratezza, la tranquillità con cui sono riuscito a vivere tutti questi momenti, senza paure, ansie, aspettative eccessive. Solo la consapevolezza che ce la potevo fare, e che tutto (o quasi) era nelle mie mani e dipendeva dal modo in cui decidevo di vivere questi momenti.
...e adesso si riparte! Da domani in viaggio verso le Orcadi, da dove poi, dopo una breve pausa a Milano, volerò in Puglia.
Nel frattempo, oggi mi sono regalato una mattinata di shopping agostano. Complice il freschino atipico per questo periodo dell'anno, è stato bello passeggiare per vie semivuote, entrare in negozi stranamente non affollati, ma soprattutto comprare con grandi sconti articoli estivi ormai fuori stagione tra i vestiti invernali che ormai affollano gli scaffali.
Dalle vacanze doverei tenere il consueto diario di bordo su queste pagine. Quest'anno, tra l'altro, sarò agevolato dal SimoBook, il netbook che mi sono regalato (fatto regalare) per la promozione e che mi accompagnerà in questo viaggio.
Alla prossima!

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